Approfondimento
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2/06/2025
Addio a Sebastião Salgado, poeta della luce e testimone dell’umanità
La sua lente ha raccontato il dolore e la dignità del mondo. A ricordarlo, anche il film “Il sale della terra” di Wim Wenders.
Scritto da: Redazione Agorateca

Sebastião Salgado ci lascia un’eredità visiva tra le più potenti del nostro tempo. Fotografo documentarista tra i più influenti a livello internazionale, ha dedicato la sua vita a raccontare con intensità e rispetto le storie di migranti, lavoratori, popoli indigeni e paesaggi primordiali. Con uno sguardo sempre etico, Salgado ha trasformato la fotografia in testimonianza sociale, impegno civile e forma d’arte assoluta.
Nel 2014, il figlio di Sebastião Salgado, Juliano Ribeiro Salgado, insieme al regista tedesco Wim Wenders, firma il documentario Il sale della terra (The Salt of the Earth), un’opera intensa che ripercorre la carriera del fotografo brasiliano, intrecciando le sue immagini con riflessioni personali, racconti familiari e testimonianze dirette. Il film, presentato in anteprima al Festival di Cannes e candidato agli Oscar 2015 come Miglior Documentario, si snoda come un viaggio visivo e interiore, restituendo la forza delle sue fotografie in bianco e nero — epiche, compassionevoli, struggenti.
Il sale della Terra (2014)
di Juliano Ribeiro Salgado e Wim Wenders
Documentario – Brasile, Francia, Italia
Film consigliato a partire dai 12 anni
Il film tratta temi profondi come guerre, povertà, migrazione e distruzione ambientale, ma lo fa con delicatezza e rispetto, senza scene scioccanti o violente.
Il film ripercorre i principali progetti fotografici di Salgado — dai lavoratori nelle miniere d’oro in Brasile, ai migranti, ai popoli indigeni, fino ai paesaggi incontaminati del progetto Genesis — alternando immagini potenti in bianco e nero a testimonianze personali e riflessioni sulla condizione umana, la sofferenza e la bellezza del pianeta. Un ritratto intimo e visivamente straordinario di un artista che ha fatto della fotografia un atto di impegno civile.
Proiezione al Cinema Iride di Lugano il 7 e l’8 giugno 2025
Il progetto Genesis è uno dei lavori più importanti e ambiziosi di Sebastião Salgado, realizzato tra il 2004 e il 2011. Si tratta di un viaggio fotografico attraverso i luoghi più incontaminati del pianeta, con l’obiettivo di documentare la bellezza primordiale della Terra e sensibilizzare sull’urgenza di proteggerla.
È parte centrale del documentario Il sale della terra (2014) e ha dato vita a una grande mostra internazionale itinerante, allestita nei principali musei e spazi pubblici del mondo.
Mine d’or de Serra Pelada, Etat de Para, Brésil, 1986.
© Sebastião Salgado.
Kafue National Park, Zambia, 2010. © Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto
Goma, Zaire. 1994. © Sebastião Salgado / Amazonas Images / Contrasto
Altri film di Wim Wenders da (ri)scoprire:
Nel film, due angeli invisibili osservano la vita degli esseri umani nella Berlino divisa. Ascoltano i pensieri delle persone, ne seguono le sofferenze, le speranze, le solitudini. Uno di loro, Damiel, decide di diventare umano per poter partecipare pienamente all’esperienza del mondo.
Come gli angeli di Wenders, anche Salgado è un testimone del mondo: discreto, empatico, poetico. Le sue fotografie non sono cronaca, ma atti d’amore verso l’umanità.
Il film segue la vita di Hirayama, un uomo giapponese che lavora come addetto alle pulizie nei bagni pubblici di Tokyo. La sua esistenza è fatta di gesti ripetitivi: svegliarsi, ascoltare musica, leggere, lavorare, osservare la luce tra gli alberi. Una riflessione silenziosa sulla bellezza nei gesti semplici e quotidiani.
Sebbene lo stile di Salgado sia più epico e globale, anche lui, come Wenders, cerca e restituisce bellezza e dignità nei gesti essenziali.