Approfondimento
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22/07/2022
Consigli dell'Agorateca #6
Film a caso con un perché
Scritto da: Redazione Agorateca
Momenti di gloria – Chariots of fire
Di Hugh Hudson
Drammatico, sportivo, biografico| Colore | Gran Bretagna | 1981| 125’
Con Nicholas Farrell, Nigel Havers, Lindsay Anderson, John Gielgud, Ben Cross, Alice Krige, Cheryl Campbell.
Consigliato: a chi sa sognare in grande senza arrendersi e senza farsi influenzare, a testa alta.
Limite di età: a partire dai 12 anni.
Parole chiave: lealtà con sé stessi, disponibilità al sacrificio, corsa per uno scopo, fedeltà a un ideale, speranza, amicizia.
Dedicato a: a chi non si accontenta di qualche compromesso col potere, solo per non affrontare il sacrificio necessario per essere fino in fondo sé stesso e per incamminarsi verso la vera grandezza per cui è stato creato. “Non ho una ricetta per vincere la gara (quella olimpionica e quella della vita)”, dice Eric. “Ognuno la corre a modo suo, uomo o donna che sia. E dove possiamo trovare la forza di gareggiare fino alla fine? Dentro di noi. Infatti, dice Gesù, “Il regno di Dio è dentro di noi”.
“Vi esorto a guardare in voi stessi. Che ognuno di voi scopra quali siano le sue vere potenzialità. Per il vostro bene, per il bene del vostro college e del vostro paese, cogliete queste potenzialità. Gioite in esse, e non lasciate che nessun potere o autorità determini il vostro compito”. Gran Bretagna, 1924. Mentre l’Europa è attraversata da violenti conflitti, Eric Liddle – giovane scozzese che ama Dio e desidera servirlo – e Harold Abrahams – giovane ebreo iscritto al prestigioso Caius College di Cambridge – corrono e lottano per arrivare alle Olimpiadi parigine. I temperamenti e le motivazioni che muovono i due atleti sono profondamente diversi. Sono tuttavia entrambi segnati dall’incapacità di accontentarsi, dall’aspirazione a cose grandi e dal desiderio di rispondere alla vocazione per cui sono stati creati. “Credo che Dio mi abbia creato per uno scopo, ma mi ha creato anche veloce. E quando corro, io sento la sua gioia”, dice Eric. Anche suo padre non la pensa diversamente e lo incoraggia, malgrado il disaccordo degli altri famigliari: “Eric, non scendere a compromessi, sono l’arma del demonio. Corri in nome di Dio, e lascia che il mondo ti guardi stupito!”.
Ordet – La parola – Ordet
Di Carl Theodor Dreyer
Drammatico | Bianco e nero | Danimarca | 1955 | 124’
Con Hanne Aagesen, Kirsten Andreasen, Birgitte Federspiel.
Consigliato: a chi, tuttavia, non si accontenta di tutto questo e desidera che la sua vita sia cambiata, come quella dei personaggi del film, dall’intervento del Dio vero, quello che supera le nostre immagini e le nostre biblioteche. Perché, ci è già stato detto, “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato per ridurre al nulla le cose che sono” (1 Cor 1, 27-28).
Limite di età: a partire dai 12 anni.
Parole chiave: Dio, fede, vita, cambiamento.
Dedicato: a tutti noi, che sappiamo tutto così che anche l’esistenza di Dio diventa un’informazione della nostra biblioteca personale: “Sì sì, so che Dio c’è, che è buono, che è Onnipotente, che ha fatto il cielo e la terra… sì sì lo so”, e con questo chiudiamo la faccenda.
«Gli uomini invocano, invocano il Cristo morto ma respingono la fede nel Cristo vivente. Credono tutti nei miracoli di 2000 anni or sono, ma non credono in me, nella mia presenza in terra». Sembra impossibile, ma le parole più sapienti in questo film vengono pronunciate da Johannes, giovane e folle figlio della famiglia Borgen che, nel suo delirio, ritiene di essere Gesù Cristo. L’unica persona che si rivolge a lui con uno sguardo aperto al mistero è la bella e dolce Inger, moglie del fratello di Johannes e unica donna di casa. “Ma che cosa ne sappiamo noi di cosa è meglio per noialtri? Prega, continua a pregare il Signore, anche se sembra che non ti dia ascolto. Forse Johannes è più vicino a Dio di tutti noi”.
Tutti gli altri personaggi del film, il capofamiglia Borgen e il suo primo figlio, il pastore, il sarto, il medico, hanno una loro interpretazione della realtà. Chi crede in un Dio che punisce, chi continua con rassegnazione a rivolgersi a un Dio che ha smesso di rispondere, chi ha studiato le cose di Dio e crede di essere per questo a posto, chi ha cessato di credere che un Dio esista… Solo Inger, il folle Johannes e la piccola bambina figlia di Inger hanno realmente fede in Dio e nel suo mistero. Sanno che Dio c’è, che è buono e che può tutto. E sanno che è presente nel Suo Figlio Gesù Cristo morto e risorto e che per questo può ancora agire nelle loro vite compiendo miracoli, guarendo dalla malattia e resuscitando dalla morte.